Tiroli di Stato: BOT, CTZ, CCT, BTP.

BOT, CTZ, CCT, BTP

Emissioni di titoli dello stato

In Italia i risparmiatori non amano molto il rischio anzi il titolo più amato è il BOT che solitamente dura circa un anno. Poco diffusi sono i BTP con durata di 20 o anche 30 anni a causa delle oscillazioni che questo titolo ha. Perché avvengono queste variazioni? Ogni risparmiatore ha come obiettivo un preciso rendimento che varia a seconda dei tassi che si hanno al momento di effettuare l’investimento; il tesoro italiano per soddisfare le esigenze degli investitori, a causa dell’alto debito pubblico esistente, si pone in prima linea; infatti con cadenza mensile indice 2 aste di BOT, 2 di BTP triennali e 1 di BTP a 5, 10 o 30 anni. Oltre questi ce ne sono altri due: il CCT (con aste mensili) e il CTZ (con 2 aste mensili: 1 per la durata di 18 mesi e 1 per la durata di 2 anni).

I 3 gruppi

I titoli si dividono in 3 gruppi: i BOT e i CTZ (privi di flusso cedolare), i CCT  (con cedole variabili) e i BTP (cedola costante nel tempo). I CTZ e i BOT hanno un rendimento che viene pagato alla scadenza del prestito in un’ unica soluzione; per i BOT la durata è espressa in giorni: la durata trimestrale ha un rimborso che varia fra i 178 e 184 giorni. I CTZ si dividono in titoli a 18 mesi e a 24. I BTP e i CCT subiscono, invece, lo stacco cedolare: semestralmente rendono a chi lo possiede un flusso cedolare predeterminato (BTP o fissato ogni volta per i CCT). Il BTP è il titolo che offre la maggiore varietà di scadenze. IL CCT ha una cedola variabile e dura 7 anni.

Si può vendere

I titoli pluriennali non impongono il vincolo di tenerli fino alla scadenza; esistono due casi di vendita: quella forzata (se si necessita di liquidi) e quella libera (condizioni del mercato vantaggiose). Nel caso si fosse investito in BTP e i rendimenti tendessero a salire, sarebbe consigliabile vendere e acquistare BOT o CCT. E’ fondamentale  che il risparmiatore sappia della possibilità di vendere in qualsiasi momento, anche perché le scelte sono varie.